Le esperienze di capo scout e di coordinatore di reti di associazioni nel progetto GEXO mi hanno insegnato ad ascoltare e a crearmi una comprensione sempre più profonda dei bisogni educativi dei giovani nel nostro territorio e, quindi, di possibili politiche giovanili utili a rispondervi.

“Ask the boy” (chiedilo al ragazzo) diceva uno dei più grandi educatori dello scorso secolo riferendosi all’importanza del protagonismo giovanile. Un protagonismo non solo efficace nel determinare la crescita di persone in grado di autorealizzarsi ma soprattutto di persone in grado di ascoltare i bisogni reciproci e dare del proprio meglio per mettersi al servizio della collettività.

A questo proposito, riprendo dal programma di Beppe Sala alcune esperienze preziose avviate dalla precedente amministrazione e volte a rafforzare la comunità scolastica e lo sviluppo della partecipazione e della corresponsabilità educativa da parte di ogni attore della comunità e a cui sarà importante dare continuità e nuova enfasi.

Mi riferisco alla partecipazione delle famiglie alla vita dei servizi dell’infanzia (il consiglio di unità didattica e la rappresentanza cittadina), la diffusone dell’esperienza degli orti scolastici, l’istituzionalizzazione degli organi elettivi di rappresentanza scolastica (delle unità educative e quella cittadina della Ue e delle commissioni mensa, legittimandole con regolamenti frutto di percorsi partecipati).

Ci sono poi la Carta dei servizi educativi per l’infanzia, lo sviluppo di una mobilità sostenibile nei percorsi casa/scuola (massamarmocchi e pedibus), la partecipazione dei nonni e delle nonne alla vita scolastica (nonni amici, gestione degli orti scolastici, commissioni mensa), la Consulta cittadina per le persone con disabilità, con il nuovo sistema di accreditamento, il dialogo e l’integrazione sul piano dei servizi tra le scuole paritarie civiche e private, i percorsi partecipati con le educatrici per la definizione delle nuove linee pedagogiche e interventi puntuali di formazione.

Dall’esperienza Pisapia saranno poi da cogliere gli spunti offerti dal documento finale “Dire-Fare-Educare” per il progetto di una “Milano Città Educativa”.

Penso che attorno all’esperienza della scuola i giovani debbano essere partecipanti attivi del proprio territorio, frequentarlo, conoscerlo, averne cura. Mi piace pensare che nel nostro Municipio tutti i giovani abbiano luoghi di aggregazione dove possano stringere relazioni forti e dove poter coltivare passioni e interessi con il contributo di figure adulte di riferimento, spazi e mezzi adeguati. Gli oratori, i centri di aggregazione giovanile, i gruppi scout sono solo alcuni esempi del fertile terreno educativo presente nella nostra zona e da promuovere.

Silver e Sam


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