Varsavia è una città bella, anche se ti ripetono tutti che Cracovia sia meglio. Di certo ispira.

Visitiamo il Museo dell’insurrezione e il Ghetto: scopriamo una città indomita che si è ribellata due volte al temibile esercito nazista, purtroppo con esito tragico.

Ho anche finalmente l’occasione di visitare

 il luogo in cui il cancelliere tedesco Willy Brandt si inginocchiò di fronte monumento ai caduti del ghetto di Varsavia.

Era il 1970 e Brandt aveva avviato la Ostpolitik, cioè un lavoro di distensione con i paesi dell’est europeo, che i tedeschi avevano brutalmente occupato. Fu un gesto potentissimo, di fronte alla Polonia e al mondo. Fu la sintesi simbolica di una presa di coscienza e responsabilità nazionale. Non solo permise di migliorare rapporti e relazioni con questi paesi ma non fu secondario per i cambiamenti epocali successivi, come la caduta del muro e l’allargamento dell’Unione Europea a est.

Giovedì mattina, via Lorenteggio: ci troviamo col Presidente, qualche consigliere e due addetti di MM. Giriamo oltre due ore per i negozi e le portinerie ad annunciare che dal 1 dicembre riprenderà la viabilità nei due sensi in via Lorenteggio tra via Tito Vignoli e via Tolstoj, con un mese di anticipo. Ero pronto al peggio: i commercianti e i residenti sono comprensibilmente provati dagli invadenti cantieri della M4. L’accoglienza è invece molto positiva. Sono molto sollevati dalla notizia, un barista mi offre da bere, ci ringraziano di esserci recati personalmente a distribuire i volantini. E’ un notevole sollievo dopo aver raccolto tanta frustrazione e lamentele.

Cosa c’entra la luna? Non lo so. La luna è il punto di fuga, la metafora dei sogni. Il simbolo di quello che voglio e che vorremmo. Lo otterremo? Cominciamo a riaprire una via.


1 commento

Gianfranco · Novembre 25, 2017 alle 1:00 pm

Eh vai!!!

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