La saracinesca che si abbassa in questa foto è quella del circolo PD Giambellino, in via Segneri. È in questo momento una periferia assoluta, schiacciato com’è tra un quartiere di case popolari tre i più degradati d’Italia, gli invadenti cantieri della metropolitana, piazza Tirana, difficile immigrazione, criminalità, spaccio, mafia…ci troviamo lì ogni martedì sera (Devo ammettere che manco spesso, causa impegni da consigliere), stiamo bene, siamo forse un’isola felice? Forse … ma siamo lì.Mi sento così dopo oltre un anno di esperienza politica attiva: sono alla periferia della politica. Senza potere, senza soldi, senza appoggi (che non sono necessariamente cose negative). Senza niente ma vicino, a tutte le persone e a tutti i problemi.

Si sta bene alla periferia della politica: mi candidai con molta lucidità. Sapevo che non avrei avuto nulla se non la mia caparbietà e l’aiuto dei colleghi e dei cittadini di cui mi sarei dovuto guadagnato il rispetto, centimetro per centimetro. Nessuna sorpresa.

L’altro giorno con il consigliere Delfini, che ha guadagnato la mia stima e rispetto e di cui le ho guadagnate a mia volta, siamo andati in un assessorato a fare una proposta per via Lorenteggio e Foppa. Ci sostiene il Presidente Minniti: per cui vale lo stesso discorso di stima e rispetto (poteri fare esempi analoghi con Rita, Gianna, Elena, Costanzo, Sergio …). Arrivando nei bei palazzi del centro di Milano mi chiedo quale sia il centro e la periferia. Dove sono più vicino e a che cosa. Dove è più opportuno stare e quando.

Ho passato molto tempo nei villaggi sulle colline intorno a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina. Cosa si può immaginare di più periferico di questi posti dove è iniziata la prima guerra mondiale e con essa il ‘900, secolo breve?

Stasera parto per Varsavia. È un centro o una periferia? La città del Ghetto e della sua rivolta, del Patto. La città in cui Willy Brandt, niente meno che il cancelliere tedesco si inginocchiò di fronte al monumento in ricordo delle vittime della persecuzione nazista. Lì cambiò la storia del continente da sempre più violento che voleva diventare il più pacifico.

Voleva, e ci è riuscito.

Senza potere, soldi né appoggi noi qui alla periferia della politica sappiamo dove vogliamo stare.

Sappiamo ascoltare, per capire insieme cosa vogliamo.

Sappiamo avere la pazienza di ottenerlo.


2 commenti

Costansi Ariazzi · Novembre 17, 2017 alle 7:27 pm

Bravo Silver, non ti conoscevo prima ma sei davvero una bella persona, carica di senso delle Istituzioni è questo Ti fa un grande onore, Un grande abbraccio, continua con questo tuo stile che ti fa un grande onore.

Elena · Novembre 20, 2017 alle 7:03 pm

Che bell’articolo! Un bell’esempio di impegno e concretezza…. scritto in modo evocativo e poetico!

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